Si scrive “se stesso” o “sé stesso”?

Si scrive “se stesso” o “sé stesso”?
Qualcuno parla di errore, ma l’errore NON c’è

«Quando il se è retto da stesso, l’accento non è necessario, quindi si scrive se stesso. Quando invece troviamo solo il se in posizione non ipotetica, bisogna mettere l’accento».

Le osservazioni sulla differenza tra se congiunzione subordinante (Es. Se tu avessi studiato, non avresti sbagliato) e tra sé particella pronominale (Es. Ognuno studia per sé poi ci si confronta) sono corrette: le due particelle vanno infatti distinte proprio tramite l’accento (succede lo stesso con ne/né, si/sì e così via), che ha dunque ruolo disambiguante.

Chi non usa l’accento si giustifica dicendo che non serve perché tanto non c’è motivo che se si confonda nel sintagma se stesso, ed è vero, perché se stesso vuol dire una sola cosa, e cioè sé, rafforzato, ovviamente, da stesso. L’alternativa sé stesso, però, non è affatto sbagliata, e a parlarne sono illustri storici della lingua e grammatici; ne trovate un’ampia trattazione sul sito dell’Accademia della Crusca, dove viene citato quanto scrive il linguista Luca Serianni in Grammatica italiana – Italiano comune e lingua letteraria:

«Senza reale utilità la regola di non accentare sé quando sia seguito da stesso o medesimo, giacché in questo caso non potrebbe confondersi con la congiunzione: è preferibile non introdurre inutili eccezioni e scrivere sé stesso, sé medesimo. Va osservato, tuttavia, che la grafia se stesso è attualmente preponderante […]» .

Buona giornata …  🙂

 

Voi giocare con me/Risposte

1. Perché si dice benedicevo e non benedivo?

1. Si dice benedicevo, perché benedire è composto di dire, che all’imperfetto fa dicevo. Unica eccezione è data da benedici, visto che l’imperativo di dire è di’ e non *dici (forma comunque presente in alcuni italiani regionali).

2. Mario, ha fatto uscire il cane oggi. In linea di massima, questa frase è sbagliata: in quale caso sarebbe stata corretta scritta così?

2. La frase è chiaramente scritta in modo sbagliato, poiché la virgola non va mai inserita fra due parole o gruppi di parole strettamente legati fra loro, quindi nome e aggettivo, soggetto e verbo, verbo e complemento oggetto. Sarebbe stato corretto solo se chi scrive avesse voluto indicare che Mario ha fatto uscire il cane e non qualcun altro: ma il contesto avrebbe dovuto farlo capire chiaramente.

3. È giusta la divisione in sillabe fi.gli.uo.lo della parola figliuolo? Perché?

3. No, non è corretta, perché iuo è un trittongo: la divisione in sillabe corretta è fi.gliuo.lo.

4. L’astuccio che vedi sul tavolo è di tuo fratello. Nel breve periodo proposto c’è una relativa limitativa o descrittiva?
4. La relativa è limitativa perché che vedi sul tavolo indica proprio quell’astuccio.

5. Scrivere un iperonimo di margherita.

5. Quello più immediato è sicuramente fiore: ricordiamo che per iperonimo si indica una parola che ha un significato generale rispetto ad altre (una specie di rapporto di inclusione fra insieme e sottoinsieme in matematica). Un iperonimo di cane, per esempio, è animale.

6. Deva o debba? Qual è il congiuntivo esatto?

6. Sono entrambi due congiuntivi esatti, ma il secondo è più diffuso.

7. Quale di queste tre frasi contiene sicuramente un errore?

A. Fa che domani sia bel tempo.

B. Non essere sé stessi è un errore imperdonabile.

C. Non do niente a nessuno.

7. La prima contiene un errore evidente: fa non apostrofato (fa’ < fai). Do accentato è considerato corretto da alcuni grammatici, da evitare per molti altri: consiglio di non usarlo, perché non ha proprio senso. Per sé stessi, consultate questo approfondimento. (sara il prossimo articolo) elisa

8. Nella frase Piovono critiche a non finire sull’ultimo programma della conduttrice:

A. Piovere è verbo impersonale;

B. Piovere non è verbo impersonale;

C. Critiche è complemento oggetto.

8. Questo è il caso in cui il verbo viene usato non come impersonale, e dunque senza soggetto come quasi sempre accade con i meteorologici (es. Piove e voglio andare subito a casa); il soggetto, infatti, è espresso da critiche, che ne rappresenta, quindi, la persona (sesta per la precisione).

9. Fornire un esempio di parola che può essere avverbio, congiunzione e preposizione in contesti diversi.

9. Sicuramente dopo: nella frase Verrò dopo è un avverbio; in Dopo di te ci sono molti altri è una preposizione (introduce un complemento); in Dopo aver studiato è andata da un amico è congiunzione (introduce una proposizione).

10. Nella frase A Luigi piacciono molto gli studi linguistici:

A. A Luigi è soggetto logico;

B. A Luigi è soggetto grammaticale;

C. Gli studi linguistici è complemento oggetto.

10. A Luigi è soggetto logico, poiché è proprio Luigi che predilige gli studi linguistici; il soggetto grammaticale è gli studi linguistici, che dunque non è complemento oggetto.