“…è bene tornare bambini qualche voltae non vi è miglior tempo che il Natale,allorchè il suo Onnipotente fondatoreera egli stesso un bambino… ” ( C.Dickens )![]()

perchè il suo personaggio più noto, il Dottor Zivago, mi è
entrato nel cuore tanti anni fa e lì è rimasto…
Una stella sulla strada di BetlemmeBoris PasternakEra invernoe soffiava il vento della steppa.Freddo aveva il neonato nella grottasul pendio del colle.L’alito del bue lo riscaldava.Animali domestici stavano nella grotta.Sulla culla vagava un tiepido vapore.Dalle rupi guardavanoassonnati i pastorigli spazi della mezzanotte.E li accanto, sconosciuta prima d’allora,più modesta di un lucignoloalla finestrella di un capanno,tremava una stellasulla strada di Betlemme.
Perchè è un ricordo dei natali passati, di quando si era bambini
e a scuola le poesie del Pascoli si studiavano a memoria
e si recitavano il giorno di Natale, in piedi sulla sedia,
davanti a tutta la famiglia riunita,
perchè ha il sapore antico di un mondo perduto
che vorrei tanto fosse possibile recuperare,
perchè ha il profumo di un’emozione che fa battere il cuore…Le ciaramelleGiovanni PascoliUdii tra il sonno le ciaramelle,ho udito un suono di ninne nanne.Ci sono in cielo tutte le stelle,ci sono i lumi nelle capanne.Sono venute dai monti oscurile ciaramelle senza dir niente;hanno destata ne’ suoi tuguritutta la buona povera gente.Ognuno è sorto dal suo giaciglio;accende il lume sotto la trave;sanno quei lumi d’ombra e sbadiglio,di cauti passi, di voce grave.Le pie lucerne brillano intorno,là nella casa, qua su la siepe:sembra la terra, prima di giorno,un piccoletto grande presepe.Nel cielo azzurro tutte le stellepaion restare come in attesa;ed ecco alzare le ciaramelleil loro dolce suono di chiesa;suono di chiesa, suono di chiostro,suono di casa, suono di culla,suono di mamma, suono del nostrodolce e passato pianger di nulla.O ciaramelle degli anni primi,d’avanti il giorno, d’avanti il vero,or che le stelle son là sublimi,conscie del nostro breve mistero;che non ancora si pensa al pane,che non ancora s’accende il fuoco;prima del grido delle campanefateci dunque piangere un poco.Non più di nulla, sì di qualcosa,di tante cose! Ma il cuor lo vuole,quel pianto grande che poi riposa,quel gran dolore che poi non duole;sopra le nuove pene sue verevuol quei singulti senza ragione:sul suo martòro, sul suo piacere,vuol quelle antiche lagrime buone!
Perchè…non c’è un perchè,
perchè mi piace, perchè mi commuove,
perchè non risveglia cari ricordi però
mi fa mancare il fiato,
perchè mi dice che non siamo soli
perchè quel ” C’era …” finale
infonde una grande speranzaC’eradi Juan Ramon JmenezL’agnello belava dolcemente.L’asino, tenero, si allietavain un caldo chiamare.Il cane latravaquasi parlando alle stelle.Mi svegliai…Uscii. Vidi ormecelesti sul terrenofioritocome un cielo capovolto.Un soffio tiepido e soavevelava l’alberata:la luna andava declinandoin un occaso d’oro e di setaapersi la stalla per vedere se Egliera là…C’era…![]()
Perchè anche se sono adulta a volte faccio
sogni da bambina,
perchè, come i bambini, mi incanto ancora
davanti alle luci degli alberi di Natale,
perchè, come quando ero piccola,
metto i pacchetti dei doni sotto il mio albero
e mi piace aprirli, con le mie figlie,
la mattina di Natale,
perchè come sapete ho nel cuore il mio
“Pianeta degli alberi di Natale”
e ogni anno a Natale mi piace riaccenderne la magia…Il magico Natale
( Gianni Rodari )S’io fossi il mago di Natale
farei spuntare un albero di Natale
in ogni casa, in ogni appartamento
dalle piastrelle del pavimento,
ma non l’alberello finto,
di plastica, dipinto
che vendono adesso all’Upim:
un vero abete, un pino di montagna,
con un po’ di vento vero
impigliato tra i rami,
che mandi profumo di resina
in tutte le camere,
e sui rami i magici frutti: regali per tutti.
Poi con la mia bacchetta me ne andrei
a fare magie
per tutte le vie.In via Nazionale
farei crescere un albero di Natale
carico di bambole
d’ogni qualità,
che chiudono gli occhi
e chiamano papà,
camminano da sole,
ballano il rock an’roll
e fanno le capriole.
Chi le vuole, le prende:
gratis, s’intende.In piazza San Cosimato
faccio crescere l’albero
del cioccolato;
in via del Tritone
l’albero del panettone
in viale Buozzi
l’albero dei maritozzi,
e in largo di Santa Susanna
quello dei maritozzi con la panna.Continuiamo la passeggiata?
La magia è appena cominciata:
dobbiamo scegliere il posto
all’albero dei trenini:
va bene piazza Mazzini?
Quello degli aeroplani
lo faccio in via dei Campani.
Ogni strada avrà un albero speciale
e il giorno di Natale
i bimbi faranno
il giro di Roma
a prendersi quel che vorranno.
Per ogni giocattolo
colto dal suo ramo
ne spunterà un altro
dello stesso modello
o anche più bello.
Per i grandi invece ci sarà
magari in via Condotti
l’albero delle scarpe e dei cappotti.
Tutto questo farei se fossi un mago.
Però non lo sono
che posso fare?
Non ho che auguri da regalare:
di auguri ne ho tanti,
scegliete quelli che volete,
prendeteli tutti quanti.![]()

con questo consiglio che quest’anno mi sento di rinnovare:“ Questo è solo un piccolo esempio di letteratura natalizia, ma mi permetto
se volete potete anche usarli come segnaposto, come ho fatto ioil libro è un regalo per tutta la vita. “

Le mie vecchie blog di Natale … 1 – Natale e le sue ricette 2 -Magica Natale3- Favole di Natale 4 – La mia poesia di Natale: L’albero di Natale -poesia